癒し系 Iyashi-kei: la letteratura giapponese di guarigione
Ti è mai capitato di finire un romanzo e percepire la stessa sensazione che ti lascia un abbraccio, o un amico che ti consola? Se la risposta è sì, forse hai incontrato, senza saperlo, il genere giapponese 癒し系 (Iyashi-kei), forse il filone di narrativa giapponese di maggior successo dell'ultimo decennio.
La parola è composta da 癒し (iyashi), che significa "guarigione, conforto, sollievo", e 系 (kei), che significa "genere, stile". È la "letteratura curativa", una sorta di "balsamo per l'anima", un genere nato in luogo, in un periodo e in un contesto sociale molto precisi: in Giappone, alla fine degli anni '90.
Le origini: una risposta al trauma
Che il genere Iyashi-kei emerga alla fine degli anni '90 non è un caso: il Giappone stava attraversando la "decade perduta", un periodo di profonda incertezza dopo lo scoppio della bolla economica. A questo si aggiunsero due traumi nazionali nel 1995: il devastante terremoto di Kobe e l'attentato con il gas sarin nella metropolitana di Tōkyō. Di fronte a un mondo esterno percepito come instabile e minaccioso, le persone iniziarono a cercare rifugio, conforto e stabilità nell'arte e nella cultura.
La bellezza delle piccole cose
La letteratura Iyashi-kei non si basa su conflitti epici o trame complesse: il suo motore e la sua ragion d'essere è l'atmosfera. Le storie celebrano la bellezza della quotidianità, la gioia dei piccoli gesti, il valore della comunità. Le ambientazioni sono spesso luoghi-rifugio: caffè accoglienti, piccole librerie antiquarie, negozi a gestione familiare. I protagonisti sono persone comuni che, attraverso interazioni gentili e una ritrovata attenzione per i dettagli (il profumo del pane, il calore di una tazza di tè, le fusa di un gatto), trovano una via per lenire le proprie ferite interiori.
Autori e opere da scoprire
Molti di questi romanzi sono diventati bestseller anche in Italia.
・"Finché il caffè è caldo" di Toshikazu Kawaguchi (コーヒーが冷めないうちに, Kōhī ga samenai uchi ni): forse l'esempio più famoso, ambientato in un caffè magico.
・"I miei giorni alla libreria Morisaki" di Satoshi Yagisawa (森崎書店の日々, Morisaki shoten no hibi): un gioiello su come i libri e un luogo accogliente possano curare un cuore spezzato.
・"Il gatto che voleva salvare i libri" di Sōsuke Natsukawa (本を守ろうとする猫の話, Hon o mamorō to suru neko no hanashi): una favola moderna sul potere della lettura.
・"Le ricette della signora Tokue" di Durian Sukegawa (あん, An): una storia commovente di amicizia e riscatto sociale attraverso la cucina.
Non solo libri: manga, anime e cinema
Il filone è vastissimo anche in altri media. In ambito anime/manga, capolavori come "Natsume degli Spiriti" (Natsume Yūjinchō) di Yuki Midorikawa e "Aria the Animation" sono esempi perfetti. Anche il cinema ha i suoi gioielli, come il film "Kamome Diner" (Kamome Shokudō, 2006) di Naoko Ogigami, la storia di tre donne giapponesi che aprono una piccola tavola calda a Helsinki, o il toccante adattamento del romanzo di Durian Sukegawa, intitolato in Italia "Le ricette della signora Toku" (2015).
Critica e funzione sociale
La critica letteraria "alta" a volte accusa questo genere di essere semplicistico, formulaico o puro escapismo. Se da un lato è vero che la complessità della trama è ridotta, dall'altro non si possono negare il valore e l'utilità di queste opere. In una società fortemente alfabetizzata come il Giappone, dove la lettura è davvero un'abitudine quotidiana, libri di questo genere svolgono un ruolo importante nella vita di tutti i giorni, quasi una fuzione "sociale" e "terapeutica". Offrono ai lettori uno spazio mentale sicuro, promuovono la mindfulness e forniscono un sollievo tangibile dallo stress della vita moderna. Non è (o almeno, non è sempre) escapismo fine a se stesso, ma spesso rappresentano una sincera ricerca di significato e bellezza nel "qui e ora".
Un fenomeno globale?
L'Iyashi-kei è un fenomeno profondamente radicato nella cultura giapponese; tuttavia, il bisogno di conforto è universale. In Occidente stanno emergendo generi paralleli come il "Cozy Fantasy" e l'"Uplifting Literature" (Uplit), che soddisfano la stessa necessità. Al momento, non ci sono autori italiani che si identificano esplicitamente come scrittori Iyashi-kei, ma il successo di questi libri dimostra che il pubblico italiano è estremamente ricettivo a queste tematiche (particolarmente in questo periodo storico).
E tu cosa ne pensi? Hai letto alcuni dei libri Iyashi-kei che ho menzionato? Ti sono piaciuti? E secondo te c'è spazio per autori italiani in questo genere di narrativa?
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