神 Kami: Incontrare il Divino nel Giappone di Tutti i Giorni

Nel nostro ultimo viaggio abbiamo aperto le pagine del Kojiki (古事記), incontrando le divinità tempestose, creative e incredibilmente "umane" che hanno dato vita al Giappone e formano la base della religione Shintō (神道). Ma i Kami () non sono rimasti confinati in quel testo antico. In Giappone, i Kami sono una presenza viva, pulsante e diffusa, che si manifesta in una cascata, in un albero secolare, in un santuario di quartiere o nel cuore di una metropoli.

La parola chiave: cosa (o chi) sono i Kami?

Amaterasu emerging from the cave, Ama-no-Iwato, to which she once retreated (detail of woodblock print by Kunisada)

Amaterasu emerge dalla grotta Ama-no-Iwato, dove un tempo si era ritirata (particolare da una xilografia di Kunisada)

Per capire questa realtà, dobbiamo prima di tutto scollegare il termine "Kami" dal concetto occidentale di "Dio". Un Kami non è un'entità unica, onnipotente e trascendente: i Kami rappresentano qualcosa di molto più "arioso", una moltitudine immanente e intimamente connessa con il mondo. È una categoria incredibilmente vasta e fluida, che include un'infinita varietà di entità e forze:

  • Le divinità del mito del Kojiki, come Amaterasu, Susanoo e Inari.

  • Gli spiriti della natura, ovvero il Kami di una montagna specifica, di una cascata, di un fiume o di un albero secolare (神木, shinboku).

  • Gli spiriti guardiani (氏神, ujigami) di un clan, di un villaggio o di un quartiere.

  • Le anime divinizzate di grandi uomini del passato, come imperatori, shōgun o studiosi.

  • Persino forze astratte e oggetti eccezionali possono manifestare una natura divina ed essere considerati Kami.

Il concetto fondamentale che unisce tutte queste manifestazioni non è l'onnipotenza, ma la capacità di ispirare un sentimento di potenza, soggezione e meraviglia. Qualunque cosa possieda questa qualità straordinaria e "numinosa" può essere considerata un Kami.

Questa idea di una forza maestosa e venerabile è magnificamente racchiusa nel kanji stesso, , che è di per sé una rivelazione. È composto da due radicali:

  • A sinistra, 礻(shimesuhen): è la forma stilizzata di 示, che rappresenta un altare su cui vengono poste le offerte. Questo radicale è sempre legato a concetti di divinità, rituali e venerazione.

  • A destra, 申 (mōsu): un carattere che in origine rappresentava un fulmine che si scarica a terra dal cielo, simbolo di una forza naturale potente, improvvisa e che incute timore.

L'unione di "altare" e "fulmine" ci dà quindi una definizione visiva perfetta: un Kami è una forza straordinaria e maestosa (il fulmine) che è oggetto di venerazione e rituale (l'altare).

I principali Kami dello Shintoismo

Il Kojiki ci ha introdotto a un pantheon vastissimo. Sebbene si parli di 八百万の神 (yaoyorozu no kami) - "gli Otto Milioni di Kami" - per indicare la loro infinità, alcuni sono particolarmente centrali nella cultura giapponese:

  • ☀️ Amaterasu Ōmikami (天照大御神): la Dea del Sole, nata dall'occhio sinistro di Izanagi. È la divinità suprema del pantheon, simbolo di ordine, purezza e luce. Considerata l'antenata diretta della famiglia imperiale, il suo santuario principale a Ise è il luogo più sacro dello Shintoismo.

  • ⛈️ Susanoo-no-Mikoto (須佐之男命): il Dio delle Tempeste e del Mare, fratello di Amaterasu. È la sua controparte caotica: violento, irascibile e impulsivo, ma anche capace di atti eroici, come l'uccisione del serpente a otto teste Yamata no Orochi. Incarna le forze indomabili e distruttive della natura.

  • 🦊 Inari Ōkami (稲荷大神): una delle divinità più popolari e amate. Sebbene associato originariamente al riso (ine), e quindi all'agricoltura, è diventato il Kami protettore del commercio, degli affari e della prosperità. I suoi santuari, come il Fushimi Inari di Kyōto, sono immediatamente riconoscibili per le migliaia di torii (鳥居) rossi e per la presenza delle sue messaggere, le volpi (狐, kitsune).

  • 📚 Tenjin (天神): è l'esempio perfetto di un essere umano diventato kami. Tenjin è lo spirito divinizzato di Sugawara no Michizane, un erudito e statista del IX secolo esiliato ingiustamente. Dopo la sua morte, una serie di calamità colpì la capitale, e la corte, per placare il suo spirito irato, lo deificò come Kami dello studio, della cultura e del sapere. Ancora oggi, migliaia di studenti visitano i suoi santuari per pregare prima degli esami.

Shintoismo vissuto: la pratica sociale

La relazione dei giapponesi con i Kami è pragmatica e integrata nella vita. Non è una fede che richiede preghiere quotidiane o una frequenza settimanale, ma si manifesta in momenti precisi.

  • ⛩️ Il Santuario (神社, jinja) è la "residenza" del kami. Non ci si va per ascoltare un sermone, ma per "salutare" il Kami (omairi), purificarsi, fare un'offerta e chiedere una benedizione per un evento specifico.

  • 🎇 Visite rituali: la vita di un giapponese è scandita da visite al santuario. Per il Capodanno (初詣, hatsumōde), la prima visita dell'anno; per i matrimoni in stile tradizionale (神前式, shinzen shiki); per le feste dei bambini come lo Shichi-Go-San (七五三), per augurare salute ai bambini di 3, 5 e 7 anni; e per i vivaci festival locali (祭り, matsuri), in cui la comunità porta in processione il Kami locale sul suo "santuario portatile" (神輿, mikoshi).

  • 🔖 Pratica quotidiana: la spiritualità si manifesta in oggetti come gli omamori (お守り), amuleti protettivi per ogni occasione (salute, successo negli esami, guida sicura), le ema (絵馬), tavolette di legno su cui si scrivono i propri desideri, e gli omikuji (おみくじ), strisce di carta che predicono la fortuna.

Fede, abitudine o Giri?

Ma i giapponesi "credono" davvero a tutto questo, nel senso occidentale del termine? La risposta è in effetti più complessa di quanto potremmo pensare. Per molti, queste pratiche non sono tanto un atto di fede teologica, quanto un intreccio inestricabile di:

  • Tradizione e appartenenza: si fa perché "si è sempre fatto così". È un modo per sentirsi parte della comunità e della nazione.

  • Abitudine culturale: le visite ai santuari scandiscono il ritmo dell'anno e della vita, come per un italiano laico celebrare il Natale.

  • Giri (義理): un senso di "dovere" verso la famiglia, la comunità e gli antenati, il cui culto è un aspetto fondamentale dello Shintoismo.

  • Spiritualità personale: un genuino e spesso non verbalizzato sentimento di gratitudine verso la natura, o la speranza pragmatica di ricevere una benedizione in un momento importante.

Fonti e prospettive critiche

Vediamo quali sono le figure che ci hanno tramandato le nozioni più rilevanti sui Kami e il loro pantheon.

  • Motoori Norinaga nel XVIII secolo fu fondamentale nel riaffermare la centralità dei kami del Kojiki come essenza dello "spirito giapponese".

  • Lafcadio Hearn (noto anche con lo pseudonimo giapponese 小泉八雲, Koizumi Yakumo), scrittore di fine '800, fu tra i primi occidentali a capire e descrivere lo Shintoismo non come un sistema di dogmi, ma come la "religione del cuore", radicata nell'amore per la famiglia, nel culto degli antenati e nella venerazione per il mondo naturale.

  • Studiosi contemporanei come Ian Reader (autore di molte monografie sull Shintoismo e sulle religioni in Giappone) hanno mostrato come le pratiche shintoiste siano oggi profondamente integrate nel tessuto sociale e persino commerciale del Giappone, funzionando come un marcatore culturale che non richiede necessariamente un'adesione "religiosa" esclusiva.

Conclusione

I Kami non sono un pantheon distante confinato nel mito. Sono una presenza diffusa che si manifesta in un paesaggio, in un albero, in un rito comunitario e nella vita di tutti i giorni. Sono l'espressione di una spiritualità che non separa il sacro dal profano, ma li vede intrecciati in ogni aspetto dell'esistenza.

Abbiamo visto come lo Shintoismo e i suoi innumerevoli Kami permeino la vita giapponese. Ma il panorama spirituale del Giappone è stato plasmato in modo altrettanto potente da un'altra grande corrente arrivata dall'estero. Nel prossimo articolo, esploreremo il complesso e affascinante rapporto tra lo Shintoismo e il Buddhismo.

E tu cosa ne pensi? Ti affascina questa visione di un divino presente nella natura e negli oggetti? Quale kami vorresti "visitare" in un santuario?


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