通過儀礼 Tsūka Girei: Scandire il Tempo della Vita in Giappone
Se i Matsuri scandiscono il tempo corale della comunità, gli 通過儀礼 (Tsūka Girei) sono gli appuntamenti fissi e fondamentali della vita di ogni singolo individuo. Sono le cerimonie, i rituali e le celebrazioni che marcano il viaggio di una persona dalla nascita alla morte, con la funzione di riconoscerne pubblicamente i cambiamenti di status all'interno della famiglia e della società.
Non sono quindi semplici feste: sono "atti performativi", potenti messe in scena che danno forma e significato all'esistenza privata e pubblica. Sono il modo in cui una cultura dice a un suo membro: "Ti vediamo. Vediamo che stai cambiando. E questo cambiamento è importante per tutti noi".
La Parola Chiave: Tsūka Girei
Per dare un inquadramento "serio" al tema, useremo il termine accademico giapponese, che è di una chiarezza cristallina:
・通過 (tsūka): significa "passaggio", "transito".
・儀礼 (girei): significa "rito", "cerimonia", "etichetta".
Uno Tsūka Girei è quindi, letteralmente, una "cerimonia di passaggio": il momento in cui un individuo attraversa una soglia, lasciando uno status per entrare in un altro.
Il filo rosso della vita: dalla nascita alla maggiore età
Il percorso di vita di un giapponese è segnato da una serie di tappe fondamentali, ognuna celebrata da un rito che rafforza il suo legame con la famiglia, la comunità e i kami protettori.
・Nascita: la vita di un nuovo individuo viene subito inserita in un quadro rituale. Il settimo giorno dopo la nascita si tiene l'Oshichiya (お七夜), la cerimonia in cui il bambino riceve ufficialmente il suo nome. Ma il rito più importante è l'Omiyamairi (お宮参り): circa un mese dopo la nascita, i genitori portano il neonato al santuario shintoista locale per "presentarlo" formalmente al kami (神) protettore della zona (氏神, ujigami), chiedendone la benedizione e integrandolo così nella comunità spirituale.
・Infanzia: il 15 novembre di ogni anno, i santuari si riempiono di colori e sorrisi per lo 七五三 (Shichi-Go-San). Non è un compleanno, ma una festa collettiva per tutte le bambine di 3 e 7 anni e i bambini di 5 anni. Queste età, un tempo considerate critiche per la sopravvivenza infantile, vengono celebrate come tappe fondamentali della crescita, e i bambini, vestiti con splendidi kimono, ricevono le benedizioni dei kami.
・Età adulta: il secondo lunedì di gennaio è il 成人の日 (Seijin no Hi), il Giorno della Maggiore Età. È una delle celebrazioni più sentite e visivamente spettacolari. Tutti i giovani che hanno raggiunto la maggiore età (fino al 2022 fissata a 20 anni, ora abbassata a 18) vengono festeggiati dalle loro municipalità. È un evento colossale, con le ragazze che indossano i magnifici e costosi kimono a maniche lunghe, i furisode (振袖), simbolo della loro condizione di giovani donne non ancora sposate.
I nuovi riti del Giappone moderno
Ma la vita non si ferma. La società giapponese contemporanea ha sviluppato nuovi e simbolicamente potenti riti di passaggio che segnano l'ingresso nel mondo dello studio e del lavoro, e che sono forse ancora più importanti per definire lo status di un individuo.
・I riti dell'istruzione: in Giappone, l'appartenenza a un'istituzione è fondamentale. Per questo, le cerimonie di ingresso (入学式, nyūgakushiki) e di diploma (卒業式, sotsugyōshiki) di ogni scuola, dall'asilo all'università, sono eventi incredibilmente solenni e formali.
・Il rito supremo: l'ingresso in azienda. Il 1° aprile di ogni anno, centinaia di migliaia di neolaureati partecipano alla 入社式 (nyūshashiki), la cerimonia di assunzione collettiva. Questo è forse il più importante rito di passaggio moderno: è il momento in cui si smettono i panni dello studente per indossare quelli del 社会人 (shakaijin), un "membro a pieno titolo della società". È una vera e propria iniziazione alla vita adulta.
・Il rito collettivo: Il Capodanno (お正月, oshōgatsu). Anche il Capodanno può essere visto come un rito di passaggio annuale per l'intera nazione: un momento di purificazione (煤払い, susuharai: la pulizia di fine anno), di chiusura con il passato e di rinnovamento per il futuro, celebrato con la prima visita al santuario (初詣, hatsumōde).
Fonti e prospettive critiche: la struttura del rito
Questa enfasi sulla cerimonia non è casuale. L'antropologo francese Arnold van Gennep, nel suo fondamentale saggio "I riti di passaggio" (1909), ha identificato una struttura universale in tre fasi che si applica perfettamente al contesto giapponese. Ogni rito prevede:
① Separazione: l'individuo viene separato dal suo status precedente.
② Transizione (o fase "liminale"): un periodo di sospensione, in cui non si è più "prima" ma non si è ancora "dopo".
③ Integrazione: l'individuo viene re-incorporato nella società con il suo nuovo status.
Pensiamo alla nyūshashiki: la laurea è la separazione dalla vita da studente; il duro periodo di training per le nuove reclute è la fase liminale; la cerimonia stessa e l'assegnazione a un dipartimento sono l'integrazione nel nuovo mondo del lavoro.
Vedere i Riti di Passaggio in Azione
Oltre alla saggistica, il modo migliore per "sentire" l'impatto emotivo e sociale di questi riti è vederli rappresentati. Il cinema e l'animazione giapponese sono ricchissimi di scene che catturano questi momenti cruciali.
・I riti familiari nel cinema di Yasujirō Ozu: nessuno ha saputo raccontare i piccoli e grandi riti della famiglia giapponese come il maestro Ozu. Film come "Viaggio a Tōkyō" (東京物語, Tōkyō Monogatari, 1953) o "Tarda primavera" (晩春, Banshun, 1949), pur non mostrando cerimonie sfarzose, sono interamente costruiti attorno ai riti di passaggio che scandiscono la vita: il matrimonio, la crescita dei figli, la vecchiaia, la morte.
・I riti dell'infanzia nel mondo Ghibli: sebbene non sia il tema centrale, un film come "Il mio vicino Totoro" (となりのトトロ, Tonari no Totoro, 1988) di Hayao Miyazaki è un capolavoro nel rappresentare l'universo rituale dell'infanzia, inclusa la sensibilità legata a celebrazioni come lo Shichi-Go-San.
・I riti scolastici negli anime: praticamente ogni anime di genere slice-of-life o scolastico è scandito dalle cerimonie di ingresso (nyūgakushiki) e di diploma (sotsugyōshiki). Opere come Toradora! o K-On! usano questi momenti come potenti catalizzatori emotivi per segnare la fine di un'era e il passaggio all'età adulta dei protagonisti.
・I riti moderni e l'ansia sociale: per una visione più cruda e realistica dei riti di passaggio moderni, il film "Someone" (何者, Nanimono, 2016) di Daisuke Miura è un esempio perfetto. Racconta il processo di ricerca del lavoro (就活, shūkatsu) di un gruppo di neolaureati, mostrando come i colloqui e le cerimonie di assunzione (nyūshashiki) siano diventati i nuovi, spietati riti di iniziazione alla società adulta giapponese.
Conclusione
Gli Tsūka Girei, come abbiamo visto, sono molto più che semplici cerimonie. Sono i meccanismi attraverso cui la società giapponese dà forma e significato alla biografia dei suoi membri, ne riconosce pubblicamente i cambiamenti e ne rafforza costantemente l'appartenenza al gruppo.
Abbiamo visto i riti che segnano le grandi, irripetibili tappe dell'esistenza. Ma il calendario giapponese è costellato anche di innumerevoli altre celebrazioni, giorni speciali più piccoli, a volte curiosi e spesso a ricorrenza annuale, che spezzano la routine quotidiana. Saranno loro i protagonisti del prossimo articolo: i 記念日 (kinenbi).
E tu cosa ne pensi? C'è un rito di passaggio, tradizionale o moderno, che ti affascina in particolare? Esiste qualcosa di simile nella nostra cultura che abbiamo forse perso o dimenticato?
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